Da: Enzo e Marina

Lunedì 18 febbraio 2002 16.05

Grazie per le informazioni che ci invii tramite e-mail. Io e Marina, mia moglie, eravamo legati a Padre Puglisi, inizialmente più Marina, poi io. Ora, seppur palermitani "ra Nuci" (del quartiere "Noce") abitiamo a Roma, ai Castelli, esattamente ad Albano/Castelgandolfo, proprio all'ingresso del Vaticano. Ai tempi, era il 92, 3P ci venne a chiedere aiuti, tipo vecchi mobili o offerte, per il centro Padre Nostro (eravamo all'EQUIPE NOTRE DAME). Devo dire che lo snobbammo, non lo capivamo. Per un nostro piccolo problema, di coppia o altro, abbandonava ogni impegno e stava a parlare con noi in macchina anche 2 ore. Alla chiesa di Brancaccio, tuttavia, ci battezzò nostro figlio Davide. Adesso, quì ne parliamo come amici a tutti, ma siamo rammaricati, rammaricati che in altri momenti dovevamo stargli più vicini... Con 3P abbiamo un debito vita-natural-durante, ci stava vicino anche se stava con tanti altri, ma non ci accorgevamo della sua incisività. A tavola la battuta frequente era: "Monsignore"-"To Patri!", per dire come gli seccava ogni gerarchia, ma io, Enzo, a volte, quando era in visita serale a due coppie del nostro gruppo, di tanto in tanto...mi addormentavo...e Lui: è il sonno del giusto! e giù risate! Marina avrebbe molti più aneddoti di me, sin dai tempi di Godrano, delle gite ad Alpe Cucco, di Crociata. Tuttora ci sentiamo e ci vediamo con i resti di quella pattuglia. Molti sono stati schiaffeggiati dalla vita, come per dire che il Calvario di Cristo non è un fatto letterario: lo leggi, ne parli, lo provi. E molti di noi lo stanno provando, me compreso, che sono quì non per un fatto di snobismo o vacanza. Padre Puglisi era, da vivo, incomprensibile, quasi misterioso nella sua semplicità, ci lapidava con le sue decisioni piene di affetto, le
capimmo dopo, il 15 Settembre del 93...