Il pezzo del mese e` stato pubblicato dal giornale telematico "il Nuovo" ( http://www.ilnuovo.it )


Un condominio contro la mafia

di Nino Amadore

31 maggio 2001

Gli abitanti del quartiere di Brancaccio a Palermo si sono costituiti parte civile nel processo contro alcuni mafiosi. Come risposta, il palazzo degli amici di don Puglisi è stato incendiato.

PALERMO - Minacciati e offesi per il loro impegno antimafia fino al punto da dover subire anche un attentato incendiario. Con un'altra aggravante: erano amici di don Pino Puglisi nel difficile quartiere di Brancaccio a Palermo.

A distanza di quasi otto anni gli abitanti del quartiere riuniti da allora nel Comitato intercondominiale Quartiere Brancaccio si sono costituiti parte civile nel processo contro Giuseppe Graviano e altri sei. Il giudice per l'udienza preliminare Daniela Galazzi ha accolto la richiesta dei rappresentanti del comitato ma ha rinviato la costituzione di parte civile alla prossima udienza: si tratta solo di una formalità. Il processo vede sul banco degli imputati i fratelli Graviano, boss indiscussi del quartiere Brancaccio e mandanti dell'omicidio di Padre Puglisi, il reggente della famiglia Nino Mangano, Gaspare Spatuzza, Santo Carlo Cascino e Federico Vito quali esecutori materiali dell'attentato ai danni delle abitazioni di Mario Romano, Giuseppe Guida e Giuseppe Martinez animatori del comitato intercondominiale: una quarantina di persone che hanno lavorato in quegli anni per migliorare la vivibilità del quartiere ed erano impegnate nella lotta contro Cosa nostra. "La costituzione di parte civile - spiega Pino Martinez - è stata solo rinviata: il nostro avvocato è Marzio Tricoli che all'udienza preliminare ha inviato un suo sostituto. La legge prevede che in questi casi il legale sia presente, così il giudice accogliendo un'eccezione della difesa ha ammesso la nostra costituzione ma ha rinviato alla prossima udienza l'atto di ammissione".

Nella notte del 29 giugno del 1993 furono bruciate le porte delle abitazioni dei tre componenti del Comitato con l'obiettivo "di porre fine all'intensa attività sociale svolta con la collaborazione di padre Puglisi, il parroco di Sal Gaetano ucciso dalla mafia due mesi e mezzo più tardi da salvatore Grigoli". E proprio la posizione di Grigoli è stata stralciata: in quanto collaboratore di giustizia per lui il reato è andato in prescrizione.

"I soci del comitato - spiega Pino Martinez - hanno deciso di costituirsi parte civile per continuare a essere testimoni coerenti di quell'impegno svolto con passione e intensamente accanto a Padre Puglisi. la costituzione di parte civile per l'associazione intercondominiale significa continuare l'impegno per affermare i valori della giustizia, della legalità e il rispetto per la dignità dell'uomo. inoltre si vuole lanciare un segnale alla società civile e in particolare alle giovani generazioni, affinché attraverso l'esempio proposto da una semplice e nobile storia di quartiere non abbia ad affievolirsi la tensione di un sincero e vero impegno nella lotta contro la mafia".