L'articolo del mese, pubblicato dal quotidiano di Palermo "L'ORA", e` stato scritto dal giornalista e autore di numerosi libri sul problema mafioso, Saverio Lodato.

 

Noi palermitani e quel sito internet

di Saverio Lodato

Palermo, 30 novembre 2000

Nella foto il teatro Massimo di Palermo (la scritta sull'architrave : " L'arte rinnova i popoli e ne rivela la vita. Vano delle scene il diletto ove non miri a preparar l'avvenire").

Tutto ha un limite, e di retorica si puo` anche morire. Se fosse vero che la mafia ha perso, è stata sconfitta, è "ridotta a pezzi" , non si capisce perché stanno per, venire, a Palermo da ogni angolo del mondo a discutere di lotta al crimine organizzato. Se fosse vero che Falcone e Borsellino non sono altro che due nobili statue che ci circondano il passato remoto, di questa città dovremmo aspettarci, da un momento all'altro, che qualche sovrano illuminato proponga di esporle nel pantheon della Cattedrale dove si accumulano i tanti passati remoti che ci siamo lasciati alle spalle.

Che Palermo, poi, sia "il cuore del Rinascimento" è affermazione che lasciamo volentieri agli storici, considerandoci inadeguati ad affrontarla. E' stupefacente il contenuto del sito delle Nazioni Unite dedicato a Palermo in vista dei vertice di dicembre. Scritto rigorosamente in inglese, tradisce, a nostro avviso, più di uno zampino italiano. La mafia ha perso, scrivono in buona sostanza gli ignoti estensori siculo-americani. Perbacco.

Ci volevano davvero le Nazioni Unite per farsi carico di un'affermazione tanto colossale. Fosse vero, non solo saremmo contenti, ma ci verrebbe anche da proporre, che la cinque giorni si trasformasse in una kermesse di festeggiamenti piuttosto che in una passerella seriosa. Ora, siccome a leggerci sono i palermitani, e i palermitani di Palermo se ne intendono, non ci dilungheremo eccessivamente per convincerci che il sito: http://www.odccp.org/Palermo sta alla loro città come i proclami delle "pro loco" italiane anni cinquanta stavano alle città del Bel Paese. Comprendiamo le euforie elettoralistiche di certi nostri governanti.

Comprendiamo la logica perennemente autoreferenziale di un gruppo di amici (siculo-americani?) ma come si fa a dire - leggiamo ancora nel sito Onu - che "all'inizio degli anni 90 i giudici di Mani Pulite al Nord e gli inquirenti antimafia al Sud sono riusciti a cambiare il sistema politico italiano?". Come si fa a trarre conclusioni dalla verissima constatazione che "turisti da tutto il mondo arrivano nell'isola in numeri da record ? Che direbbero gli spagnoli se facessimo loro la lezioncina che, siccome milioni di turisti accorrono ogni anno a vedere il Prado, ergo l'Eta non esiste? O gli irlandesi, se gli dicessimo che l'Ira è a pezzi perché producono una fra le birre scure migliori del mondo? Lo dicevamo all'inizio, e se proprio non possiamo farne a meno è bene assumere la retorica a piccole dosi.

I palermitani lo sanno che la mafia è tutt'altro che sconfitta. I palermitani lo sanno che mai come in questa fase il racket del pizzo taglieggia a tappeto attività imprenditoriali e commerciali. I palermitani lo sanno che le cosche non sono in disarmo e, se nascono dissidi insanabili, ci scappa il morto. Se la mafia fosse a pezzi sarebbe buona cosa sciogliere le commissioni antimafia regionale e nazionale. Se la mafia fosse a pezzi dovremmo costringere in una gigantesca camicia di forza le Procure siciliane della Repubblica, insieme a quei tenaci carabinieri e poliziotti che si ostinano a dare la caccia ai latitanti di Cosa Nostra.

"La mafia - mi disse Tommaso Buscetta qualche mese prima di morire - è riuscita a compiere il miracolo di rendersi invisibile senza scomparire". Ne venne fuori un libro che intitolammo: "La mafia ha vinto". Titolo indubbiamente forte, provocatorio, mosso dalla volontà, sua e mia di una salutare forzatura. Ma sembra oggi - alla luce di questo epitaffio Onu: la mafia ha perso - titoletto da educande.

Un'ultima considerazione. Nel sito, nonostante tutto, abbiamo trovalo una frase sacrosanta. Questa: "La mafia non e` piu` un’emergenza nazionale". Voce dal sen fuggita ? Chi scrive non si sbilancia. Non ci spiega cioe` se dovremmo rammaricarcene o gioirne. O - mentre in Italia la si faceva a pezzi - lei diventava "emergenza internazionale ?" Ma non vogliamo fare troppo i pignoli. Hanno davvero ragione gli estensori siculo-americani: la mafia non è più un'emergenza nazionale. Noi, per parte nostra, qualcosa l'avevamo orecchiata prima di leggere quel sito.